Le lettere d'amore di Esther Durrant by Kayte Nunn

Le lettere d'amore di Esther Durrant by Kayte Nunn

autore:Kayte Nunn [Nunn, Kayte]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822739513
editore: © 2019 Newton Compton editori s.r.l., Roma
pubblicato: 2019-11-29T16:00:00+00:00


Capitolo ventisette

Little Embers, autunno 1951

Quella sera a cena, Esther offrì un limitato contributo alla conversazione, evitando in particolare di rivolgersi a Robbie. Lui non mostrò cenno, né a lei né agli altri, che fosse accaduto qualcosa di inopportuno, sebbene apparisse più taciturno del solito. Esther provava vergogna e imbarazzo per il proprio comportamento al molo, ma non sapeva davvero come affrontare il discorso con Robbie. Lui le aveva offerto conforto, e lei se n’era approfittata per ragioni delle quali non riusciva a capacitarsi. Il ricordo dell’accaduto le turbinava nella testa, che martellava così forte da farle arricciare il naso per il dolore. Non appena ebbe finito il suo pasto, si congedò da tavola con il pretesto reale dell’emicrania.

Più tardi, andò in cerca di Jean. Doveva chiederle qualcosa.

Incrociò l’infermiera nello studio del dottore, mentre riordinava i documenti e i fascicoli che lui aveva lasciato disseminati sulla scrivania. «Potrei parlarle un momento?», domandò.

Jean si raddrizzò a guardarla. «Ma certo. Cosa posso fare per lei, signora Durrant?»

«Ecco, io…». Detestava il tono servile della propria voce, ma non demorse. «Mi chiedevo se potesse procurarmi qualcosa… per i nervi. Sa, non volevo importunare il dottore. Ho pensato che lei fosse in grado di aiutarmi».

«Capisco».

«Sì, sono rimasta senza. Una vera scocciatura, in effetti».

«Sono spiacente, signora Durrant, ma non teniamo quel genere di medicinali sull’isola». Il suo tono non ammetteva obiezioni.

«Oh, capisco. Allora non importa. Grazie». Celando la vergogna per essersi abbassata a chiedere, Esther fece ritorno in camera sua, maledicendosi per aver ingoiato le pillole come fossero caramelle non appena arrivata sull’isola, e maledicendo ancora una volta John per averla abbandonata in un luogo così remoto e desolato. In fondo al cuore, sapeva che probabilmente l’aveva fatto solo per il suo bene, ma quella consapevolezza non le rendeva comunque le cose più semplici.

La signora Biggs aveva acceso il fuoco e le aveva lasciato una borsa dell’acqua calda tra le lenzuola, un piccolo gesto che la confortò. Si sdraiò, avvicinò la cuffietta di Teddy alla guancia e chiuse gli occhi, ripensando ai capelli dorati del figlio che risplendevano alla luce del sole, ai suoi dentini di perla che svelava quando era felice. Per una volta, gli incubi si tennero alla larga.

La mattina successiva Esther si svegliò presto e si vestì in fretta, con i pantaloni a scacchi e un twin-set di lana. Dopo la conversazione del giorno prima con il dottore, si sentiva più lucida. Le aveva fatto bene parlare finalmente con qualcuno, anche se sapeva bene di non avergli raccontato tutta la storia. Una parte del peso che le gravava addosso, tuttavia, sembrava essersi alleggerito per miracolo, e adesso era ansiosa di rendersi utile. Aveva sguazzato troppo a lungo nell’autocommiserazione ed era giunta l’ora di fare ammenda, almeno un po’. Avrebbe cercato Robbie e gli avrebbe porto le sue scuse, non appena si fosse presentata l’occasione.

La marea doveva essersi abbassata e raccogliere molluschi era una delle poche attività che le vennero in mente per tenersi occupata, dal momento che il giardino era stato privato di ogni possibile erbaccia.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.